Leoni di Legnago
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Le vicende del passato di Legnago sono indissolubilmente legate al fiume che la attraversa: l’Adige. Fin dal X secolo infatti un castello sorvegliava gli importanti traffici fluviali e l’unico ponte esistente all’epoca nella pianura veronese. I cospicui ritrovamenti di armi durante gli scavi archeologici condotti negli anni Trenta del Novecento – e che oggi costituiscono le belle collezioni conservate nel Museo della Fondazio-ne Fioroni – documentano l’importantissimo ruolo militare da sempre svolto dalla cittadina. Dopo essere stata ceduta dall’episcopato veronese al comune di Verona nel XIII secolo, Legnago fu costantemente coinvolta nelle battaglie, negli assedi e nelle devastazioni dovute ai vorticosi e repentini cambi di potere – prima gli Scaligeri, poi i Visconti e i Carraresi – che caratterizzarono i secoli successivi.
Con l’arrivo dei Veneziani (1405), Legnago divenne il fulcro difensivo del confine meridionale dello stato marciano. Nella prima metà del Quattrocento la cittadina era circondata da una cinta muraria, la cui costruzione risaliva alla fine del secolo precedente, e da un profondo fossato alimentato dalle acque dell’Adige. L’abitato e le mura non si estendevano oltre le attuali via Cavour, via Roma e via Bezzecca. L’ingresso in paese avveniva attraverso tre accessi: porta Galexina, in direzione di San Pietro di Legnago; porta Ferarola, verso Vangadizza; una terza porta invece immetteva direttamente sul ponte di legno che attraversava l’Adige e che collegava Legnago a Porto.
All’interno delle mura il cuore della fortezza legnaghese era costituito dalla rocca, ricostruita nel 1475 e considerata dai contemporanei praticamente inespugnabile. Anch’essa era difesa da spesse mura, da una fossa e da quattro torrioni angolari, di forma rotonda, uno dei quali è tuttora in piedi e testimonia con la sua mole quale doveva essere l’imponenza di queste costruzioni.
Anche Porto possedeva una piccola rocca, tuttavia i borghi circostanti non erano protetti da alcun tipo di cortina muraria. La Legnago del Quattrocento non era solamente un centro militare, ma al contrario presentava una significativa vivacità economica e sociale. Erano fiorenti le manifatture e i commerci: nella piazza di fronte alla rocca (oggi piazza della Libertà) si svolgeva settimanalmente un grande mercato e numerose botteghe ed empori sorgevano nei borghi attorno alla pieve di San Martino, nell’area dell’odierna omonima piazza. I quartieri residenziali nati tra la pieve e la rocca erano considerati i più prestigiosi: qui risiedevano le famiglie più benestanti e più in vista della cittadina. Ancora oggi quel dedalo di stretti vicoli (i “borghi”) costituisce la parte più caratteristica dell’antica Legnago.
Della più nota e successiva trasformazione urbanistica 'a stella' della città, avvenuta all’indomani della guerra combattuta da Venezia contro la Lega di Cambrai (1509-1516), si sono conservati cinque leoni alati in marmo bianco, simbolo della Serenissima, che adornavano le porte della fortezza e alcuni tratti della nuova e più ampia cortina muraria. Uno di questi è murato a metà della rampa del ponte, lato Porto, mentre gli altri cinque si trovano a metà della rampa del ponte, lato Legnago, sull'edificio adibito a palestra del Liceo G. Cotta e nei giardinetti di via XX Settembre. infine è esposto presso il cortile esterno della Fondazione Fioroni.
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TORRIONE:
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AREA ARCHEOLOGICA EX CANTINE PETTERNELLA:
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