La Pieve di Sant’Abbondio alla Motta
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LA PIEVE DI SANT’ABBONDIO
La piccola pieve di Sant’Abbondio è la chiesa matrice della parrocchia di San Bonifacio. Sorge sulle propaggini di una modesta altura detta “Motta”, poco distante dall’attuale centro di San Bonifacio ma separata da questo dal fiume Alpone. Sulla Motta si trovava il castello del quale abbiamo la prima notizia nel testamento del conte Milone nel 955 d.C., entro il quale esisteva la cappella dedicata a San Bonifacio che poi darà il nome alla località e alla famiglia dei Conti. Si può pensare che questa cappella sia stata per lungo tempo la sede ecclesiale della prima comunità residente nel castello. Come abbiamo visto nel capitolo dedicato al castello, il sito della Motta era sul confine dei comitati di Verona e Vicenza segnato dal corso dell’Alpone. Il confine rimase tale fino al 1147 quando in seguito alla pace di Fontaniva i vicentini cedettero ai veronesi, per l’aiuto che avevano da essi ricevuto nella guerra contro i padovani, un’estesa lingua di territorio ad est comprendente le località di Costalunga, Montecchia di Crosara, Villanova, Locara, San Bonifacio, Arcole, Zimella e Cologna Veneta. Tuttavia se la frontiera politica subì una variazione, quella diocesana mantenne gli antichi limiti con l’Alpone a far da confine.
Quando Alberto di San Bonifacio, forse il più illustre tra gli esponenti dell’antica casata dei Conti, fece testamento il 15 febbraio 1135, lasciò tutti i suoi beni “in episcopatu Veronensi et Vicentino” all’Abbazia di Villanova e non si preoccupò in alcun modo della pieve di San Bonifacio; evidentemente la pieve di Sant’Abbondio ancora non esisteva ed il lascito di Alberto creerà quella disparità di trattamento che sarà motivo dell’infinita lite tra la parrocchia e l’Abbazia. Tra l’arciprete di San Bonifacio e l’Abate di Villanova iniziò una serie di controversie sui diritti delle decime che comportò dapprima una sentenza del vescovo di Vicenza a favore dell’Abate (1168) e poi una Bolla papale (1169) di conferma della sentenza del vescovo. È probabilmente in questi anni che viene costruita la chiesa di Sant’Abbondio. Il primo documento in cui viene citata è una annotazione notarile del 1177 . Abbiamo anche memoria delle cinte murarie che proteggevano la fortificazione e il borgo, da un documento del 1208 da cui si evince la costituzione del borgo a libero comune in cui la “vicinia”, ovvero l’assemblea degli abitanti, si adunava nella piazza davanti a Sant’Abbondio che era ancora l’unica pieve. La comunità di San Bonifacio era finalmente riuscita ad avere una propria chiesa e una certa autonomia dai voleri dei Conti, anche se la dedicazione al santo lombardo (Sant’Abbondio vescovo- patrono di Como), poco noto nel veronese, può essere spiegata solo come ulteriore ingerenza dei Conti di San Bonifacio, visti i loro legami con la Lombardia.
L’inizio del ‘200 è un periodo burrascoso per Verona e le lotte tra le fazioni raggiungono l’apice. Nel 1207 Il castello viene assediato dai Montecchi, nemici dei San Bonifacio e la situazione per gli abitanti del borgo diventa sempre più difficile. Non a caso, proprio in questi anni avviene lo spostamento della sede parrocchiale al di là dell’Alpone, nella nuova e più grande Santa Maria (il primo documento che ne parla è del 1222), nella posizione dell’attuale Duomo e Sant’Abbondio rimase una semplice dipendenza.
La chiesa fu quindi costruita nella seconda metà del XII sec., come pieve per la comunità abitante nel borgo adiacente al castello dei conti di San Bonifacio. È a navata unica con dimensioni esterne di 16,4 metri di lunghezza e 8,9 di larghezza. Nella parete a est si inserisce l’ampia abside con diametro di 6,3 metri. Il tetto a capriate è stato ricostruito nel 1900. Rimane qualcosa nell’odierna chiesa della costruzione del XII sec. Alcune caratteristiche della struttura muraria di Sant’Abbondio che si sono conservate sono specifiche del XII secolo ed inoltre vi sono altri indizi che ci indicano che l’attuale chiesa è in buona parte lo stesso edificio costruito allora.
La parte di muratura conservata nelle facciate a nord e ovest, è a corsi orizzontali di spessore irregolare di mattoni, intervallati da filari di blocchi squadrati di pietra calcarea con la fattura tipica del XII secolo, come nelle vicine chiese di Villanova, Belfiore e Scardevara. Questa policroma muratura, caratterizza le più importanti chiese di Verona, edificate in un periodo che va dal 1120 al 1200, come il Duomo, San Zeno, SS. Trinità e S. Stefano. Il lato sud della chiesa, difficilmente visibile perché affacciato sull’adiacente corte di palazzo Scudellari, è forse quello più interessante perché conservatosi com’era. La facciata in origine doveva ripetere schemi ben collaudati di facciata a “capanna”, come in S. Stefano e SS. Trinità di Verona, con protiro pensile, bifora al posto del rosone, ed archetti rampanti.
Dopo l’abbandono del castello da parte dei conti, nel 1243 e le probabili distruzioni subite, la chiesa perse la sua importanza ma non fu abbandonata come dimostrano i dipinti presenti che partono dalla fine del ‘300 e continuano fino al 1526. Per la sua salvaguardia fu creata, intorno al 1500, la confraternita di Sant’Abbondio che vi mantenne un cappellano fino alla fine del ‘600.
All’interno vi sono numerosi dipinti: alla fine del ‘300 inizio del ‘400, risalgono gli affreschi della zona absidale ed in particolare l’Annunciazione sopra l’arco trionfale. Del 1400 è un’immagine di Sant’Agata nel lato destro dell’arco trionfale. In seguito, forse in occasione di un ulteriore ripristino della chiesa avvenuto nel 1491 furono eseguiti una serie di dipinti murali, all’interno di riquadri incorniciati, in buona parte “ex voto” raffiguranti Madonne e Santi. Sospese sulla parete di facciata ci sono due statue lignee policrome settecentesche, raffiguranti S. Bonifacio e S. Tommaso d’Aquino. Un’altra statua in legno situata in una nicchia sul lato a Sud, rappresenta S. Abbondio.
Attualmente la chiesa è poco utilizzata; la bellezza del luogo e la storia che da questo trasuda, dovrebbe indurre a conoscere ed amare di più questo monumento.
Giorni per la visita
InformazioniOrari di apertura
Giorni per la visita: in via ordinaria la chiesetta è aperta la seconda domenica del mese dalle ore 9.30 alle 10.30 con la presenza di custodi accompagnatori volontari.
Sono inoltre previste eventuali aperture straordinarie per gruppi organizzati in giorni e orari da concordare, previa prenotazione a mezzo e-mail all' indirizzo info.artecatalogo@gmail.com .
Le visite con accompagnatori volontari sono gratuite: come previsto in altri luoghi di culto viene consigliata una libera offerta destinata alla conservazione e restauro dei beni architettonici e delle opere d'arte.
Contatti
La Pieve di Sant’Abbondio alla Motta
Via Castello ( Come arrivare )
Web: http://www.parrsambo.org/Default.aspx
Mail: parrsambo@gmail.com
Tel: +39 045 7610285