I ponti di Verona
- R_VERONA
- FA_NATURA
- FA_WALKING
- FA_SENTIERI
- FA_TOUR_VISITE_GUIDATE
- M_SPORT_OUTDOOR
- M_CHIESE_CASTELLI_MUSEI
- M_ITINERARI_STORIA_ARTE_CULTURA
Durata: 4 ore e mezza (circa)
Lunghezza: 7.7 chilometri
Difficoltà: media
Punti d'interesse dell'itinerario: Ponte Unità d'Italia | Ponte Catena | Ponte Risorgimento | Ponte di Castelvecchio | Ponte della Vittoria | Ponte Garibaldi | Ponte Pietra | Ponte Nuovo | Ponte Navi | Ponte Aleardi | Ponte San Francesco | Ponte Francesco Giuseppe
La costruzione di un ponte ha sempre rappresentato una delle maggiori sfide per la tecnica. Le difficoltà ambientali dovute alla presenza dell'acqua, le particolari esigenze funzionali che imponevano l'impiego di materiali di prim'ordine e di tipologie strutturali sempre più efficienti, hanno reso i cantieri dei ponti un momento straordinario dell'arte del costruire, nel quale si condensava il prestigio della città o dell'intero paese.
Lo sviluppo urbano novecentesco di Verona rese necessaria la costruzione di nuove infrastrutture, in particolare quelle legate al trasporto. In meno di quarant'anni sono stati realizzati ben 17 ponti: alcuni costruiti ex-novo negli anni trenta, come il Ponte della Vittoria e il Ponte San Francesco o ricostruiti, come il Ponte Garibaldi o il Ponte Aleardi, che videro la sostituzione delle strutture in metallo con più solide armate in cemento.
Iniziamo oggi questo singolare itinerario dal punto più distante rispetto al centro storico, collocato nella zona urbana di raccordo tra le zone di Borgo Trento, Chievo e Saval. Il ponte Unità d'Italia, precedentemente noto col nome di ponte del Savàl, è un ponte continuo in calcestruzzo armato progettato dall'ingegnere Bruno Gentilini e dall'architetto Antonio Pasqualini. Inaugurato nel 1971, il ponte collega la strada statale 12 con il quartiere del Savàl e con la circonvallazione cittadina, attraversando l'Adige. Seguendo la riva ed il lento incedere del fiume, raggiungiamo il Ponte Catena. Costruito tra il dicembre 1928 e l'ottobre 1929 su progetto dell'architetto Mario Dezzuti, era stato progettato con l'obiettivo di collegare la strada verso Brescia con quella per il Brennero, evitando il transito nel centro storico. Il suo nome deriva dall'epoca medievale: nella zona sorgeva infatti un sistema di accesso e controllo del traffico fluviale, che bloccava il transito notturno con le catene, di fatto bloccando il passaggio a chi tentava di eludere il pagamento dei dazi. Memoria di questa attività rimane parte dell'antica torre nel mezzo del fiume. Come molti altri ponti, venne distrutto nel 1945 e ricostruito un anno più tardi.
Procediamo verso il centro storico e dopo pochi passi alla nostra destra si mostra il Ponte del Risorgimento. Progettato dall'architetto Pier Luigi Nervi e costruito tra il febbraio 1967 ed il marzo 1968 come raccordo tra i quartieri di Borgo Trento e San Zeno, fu realizzato per celebrare il centenario dell'Unità d'Italia. Seguendo il flusso della corrente arriviamo ad uno dei simboli distintivi della città di Verona, il complesso di Castelvecchio con il castello (ora sede museale) ed il ponte pedonale. In origine, ritenuto l'opera più audace e mirabile del Medioevo veronese, il ponte venne realizzato tra il 1354 ed il 1356 da Cangrande II della Scala, con la funzione di avere una via di fuga sicura verso il Tirolo nel caso di sommosse da parte di fazioni nemiche interne alla città. Nel 1802, a seguito dell'occupazione francese, vennero rimosse la torre sul lato campagna e le merlature, per poter alloggiare più facilmente i cannoni. Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, il ponte venne fatto saltare in aria dall'esercito tedesco in ritirata e ricostruito integralmente con muratura di mattoni e ghiere frontali in pietra su progetto dell'ingegnere Arturo Danusso e da un team composto dall'architetto Piero Gazzola, dall'ingegnere Alberto Minghetti per la parte tecnica e dall'architetto Libero Cecchini per la parte artistica.
Dopo aver attraversato il ponte a piedi, percorriamo completamente Corso Cavour con i suoi splendidi palazzi e, una volta raggiunta l'antica Porta Borsari, ci imbattiamo a sinistra nel Ponte della Vittoria. Costruito tra il 1926 ed il 1929 su progetto di Ettore Fagiuoli per celebrare la battaglia di Vittorio Veneto e la vittoria della prima guerra mondiale, a seguito della Seconda Guerra Mondiale del ponte sopravvisse solo l'arcata destra, e venne integrata nel nuovo ponte realizzato in cemento armato e pietra, privato però delle precedenti decorazioni. Il 29 agosto 1953 il ponte venne riaperto al traffico e, dopo un acceso dibattito pubblico, le statue originali in bronzo realizzate da Mario Salazzari e Angelo Biancini furono riposizionate sui basamenti solo nel 1956. Camminando lungo il viale alberato di Lungadige Panvinio, ammiriamo Ponte Garibaldi. Nell'Ottocento, per agevolare il collegamento verso Trento, venne costruito su progetto dell'ingegnere inglese Alfredo Enrico Newille un ponte completamente in ferro lungo 75 metri e largo 8,90, con pedaggio per il transito di persone e mezzi. A seguito dell'evoluzione del quartiere, il ponte venne smontato nel 1934 e al suo posto venne realizzata un'opera in calcestruzzo armato e adornata di quattro gruppi scultorei in pietra tufacea dell'artista Ruperto Banterle, rappresentanti Garibaldi, il Nocchiero, Anita e l'Agricoltura. Per la posizione di queste statue cominciò ad essere chiamato dai veronesi con il nome di "ponte degli Strachi", ovvero ponte dei stanchi, anche se il nome deriva da una visita trionfante in città il 7 marzo 1867 del generale Giuseppe Garibaldi. Al volgere della Seconda Guerra Mondiale il ponte venne distrutto, e riaperto dopo la ricostruzione il 10 novembre 1947.
Attraversando il ponte intraprendiamo la passeggiata che porta dai Giardini dedicati allo psichiatra e antropologo Cesare Lombroso fino al ponte più antico di Verona: Ponte Pietra. Il Pons Lapideus, una delle prime testimonianze della presenza romana a Verona, visse nel corso dei secoli numerose trasformazioni e restauri, le più importanti sotto dominazione romana, medievale e veneziana. Il ponte, distrutto nel 1945 dall'esercito tedesco in ritirata, venne ricostruito da un team composto dall'ingegner Arturo Danusso e dagli architetti Piero Gazzola e Libero Cecchini per anastilosi quasi totale, con attenti rilievi e recuperando dal fiume gli elementi originali. I lavori, iniziati il 4 febbraio 1957, si conclusero il 3 marzo 1959.
Proseguendo sull'alberato Lungadige Re Teodorico, si giunge a Ponte Nuovo (denominato anche Ponte Umberto). Nei vari secoli su questo luogo si sono alternati vari ponti in legno e pietra, distrutti o demoliti e successivamente ricostruiti. Il progetto del 1529, ad opera dell'architetto Michele Sanmicheli, rimase pressoché invariato fino al settembre 1882 quando, in seguito alla terribile inondazione di Verona, venne colpito da un mulino che aveva rotto gli ormeggi provocandone il crollo. Sostituito da un ponte ad arco in metallo, venne in seguito demolito nel 1938 a causa della crescita del traffico e ricostruito con struttura in calcestruzzo armato, con posizione e direzione leggermente differenti. A seguito della sua distruzione nel 1945, fu uno dei primi ponti ricostruiti dall'amministrazione comunale per motivi di viabilità. Il ponte venne rivestito da lastre di pietra di Verona lavorate a martellina e inaugurato il 16 ottobre 1946.
Dopo 400 metri, si raggiunge il Ponte Navi. Questo ponte, che collega l'area di Veronetta al centro storico, racchiude in se un episodio chiave per la storia cittadina: sul ponte infatti si svolse la battaglia tra Cangrande II della Scala e il fratellastro Fregnano della Scala, che insorse contro il principe legittimo, obbligandolo a tornare dalla sua temporanea trasferta a Bolzano. Il signore di Verona represse l'insurrezione e gettò Fregnano nell'Adige, che morì annegato. A seguito di questo sanguinoso evento, come voto di carità, fece edificare una piccola chiesa denominata Santa Maria della Vittoria. Sopravvissuto alle inondazioni del 1757 e del 1882, viene sostituito prima da un ponte in ferro e successivamente da un ponte di marmo a trave. Bombardato nel 1945, viene ricostruito nel dopoguerra a seguito di un concorso pubblico tra il 1947 e il 1949, con un progetto fatto di linee eleganti e rivestito in mattoni di cotto per dialogare con le prospicienti absidi della chiesa di San Fermo.
Valichiamo il ponte e, ammirando la struttura gotica della Chiesa di San Fermo, giriamo a sinistra nel quartiere denominato Filippini. Un luogo ricco di storia che deve il suo nome all'insediamento nell'area all'inizio del settecento dei religiosi di San Filippo Neri. L'area era, assieme all'Isolo, il fulcro commerciale della città in epoca scaligera ed uno dei porti doganali più importanti per l’attracco e lo scarico merci della Serenissima, secondo solo a Venezia. E' conosciuta anche per un famosissimo matrimonio celebrato nella Chiesa di San Fermo Minore di Brà nel 1949, quello tra l'industriale di laterizi veronese Giovan Battista Meneghini e la cantante d'opera americana Maria Anna Cecilia Sofia Kalogeropoulos, in arte la divina Maria Callas.
Una volta raggiunto l'ex macello della città ci troviamo di fronte a Ponte Aleardi, dedicato al poeta e patriota Aleardo Aleardi. Il ponte, aperto al transito nel 1950, era stato pensato per collegare più agevolmente il centro cittadino con il nuovo cimitero monumentale di Verona, realizzato su progetto dell'architetto Giuseppe Barbieri. Il ponte fu l'ultimo a essere costruito in calcestruzzo armato: dopo la sostituzione del precedente ponte metallico non adatto al transito dei mezzi pesanti, i lavori per un nuovo ponte iniziarono nel 1937, ma vennero sospesi a causa della guerra, e ripresero solo nel 1949. Attraversiamo la strada costeggiando la Questura e dopo poco raggiungiamo il Ponte San Francesco. L'unico ponte della città ad essere dedicato ad un santo, venne costruito tra il 1928 ed il 1930 su progetto dell'architetto torinese Arturo Midana. Completamente distrutto nel 1945, venne inaugurato ancora incompleto il 26 gennaio 1950. Tra il 2011 e il 2012 viene completamente restaurato e ampliato sia il lato stradale che ciclopedonale.
Ultima tappa del nostro percorso è il Ponte Francesco Giuseppe, situato all'inizio del Parco dell'Adige Sud. Originariamente costruito sotto la dominazione austriaca per consentire il transito della linea ferroviaria Milano-Venezia ed inaugurato dal feldmaresciallo Josef Radetzky, viene intitolato all'imperatore Francesco Giuseppe I. Il ponte, tra i meno colpiti dal bombardamento del 1945, viene ripristinato in breve tempo. In pochi minuti di passeggiata, è possibile ritornare nel cuore antico della città, concludendo l'itinerario.
Progetto "I ponti di Verona" ideato da Associazione Agile con il contributo del Comune di Verona.
Per informazioni
Verona Tourist Office - IAT Verona
Ufficio Informazioni ed Accoglienza Turistica
Via Leoncino, 61 - (Palazzo Barbieri, angolo Piazza Bra)
37121 Verona