Frutto Oggetto Scultura
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L’opera, realizzata in bronzo, si presenta come una forma tondeggiante che si innalza su di un basamento dalla forma cilindrica. Il diametro è di 3 metri. La scultura presenta, su entrambe le parti della sfera, delle escrescenze che richiamano la dimensione naturale del soggetto.
Quest’opera nasce come espressione finale dell’artista, che ha inteso riprodurre una sua precedente opera dallo stesso soggetto, realizzata nel 1967, in più grandi dimensioni. Sul basamento è presente una targhetta incisa che recita: Gino Bogoni / (1921-1990) / frutto oggetto scultura / 1990 / donata alla città dalla famiglia Bogoni / Realizzata a cura della Banca Popolare di Verona / eseguita dalla Fonderia Artistica Fabris e F.lli Folla 1998.
L’opera è stata realizzata nel 1990, fu posizionata in piazza San Nicolò nel 1998 e venne inaugurata nel 1999. La forma di questo “frutto” è una forma primordiale, semplice e immediata che rispecchia una ricerca plastica affrontata dall’artista per tutta la vita. La soluzione di aggiungere alla pura forma tonda delle strutture complementari, che sembrano tagliare la scultura, dona tridimensionalità all’opera e crea un effetto chiaroscurale in cui la superficie diventa dinamica e movimentata, proiettandosi fuori dalla materia. È evidente una vicinanza stilistica con le opere di Arnaldo Pomodoro e Pietro Consagra, verso i quali Bogoni guardò negli anni in cui realizzò il primo Frutto-oggetto-scultura, di cui la scultura in piazza San Nicolò in Verona è un’ulteriore versione. Questa scultura è l’ultima opera di Gino Bogoni (Verona, 1921-1990) ed è stata donata dagli eredi dell’artista a Verona per desiderio dello stesso Bogoni, che con questo gesto ha voluto rimarcare il suo forte legame con la città natale.
L’autore a soli tredici anni frequentò l’Accademia di belle arti “Cignaroli” sotto la guida del maestro Franco Egidio Girelli, di cui divenne l’allievo prediletto, tanto da diventarne assistente e apprendista. Conseguì il diploma in scultura nel 1939. Fu chiamato alle armi nel 1941 e restò in Russia fino al 1943. Una volta tornato in Italia, insegnò fino al 1951 e lavorò come restauratore, realizzando tra l’altro i calchi delle formelle della porta di San Zeno a Verona. Gli anni successivi segnano un’intensa attività artistica, riconosciuta e apprezzata a livello internazionale.
Fonte: guida "Le statue di Verona", progetto e cura di Luca Leone, pubblicata ad agosto 2015 con il sostegno del Comune di Verona.
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