Busto di Felice Cavallotti
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Felice Cavallotti (Milano, 6 dicembre 1842 - Roma, 6 marzo 1898), di famiglia democratica di origine veneziana, fin da giovane partecipò alle vicende risorgimentali. Combatté nelle battaglie di Milazzo e del Volturno (1860), tornando frequentemente nella città natale per proseguire la sua lotta sulla stampa, come redattore per “La Gazzetta di Milano” e “Il Gazzettino rosa” e divenendo anche direttore di varie testate giornalistiche. Fu attivo in ambito politico e letterario, collaborando con la scapigliatura milanese, coi garibaldini e con la sinistra radicale, di cui fu deputato negli anni post unitari. Oltre che nella spedizione dei Mille e nella terza guerra d’Indipendenza, fu al fianco di Garibaldi nei tentativi di annettere Roma al nuovo Regno. Morì a Roma in seguito a un duello con un rivale politico.
L’edicola marmorea reca in cima l’iscrizione: Il Popolo / a / Felice Cavallotti; nel lato destro dell’edicola, in basso, compare il nome dello scultore, interrotto dalla sbrecciatura: T. Mon.
Il monumento fu inaugurato il 24 ottobre 1909. L’opera fu voluta da un comitato civico, che ne indisse un concorso alla notizia della morte di Cavallotti.
Il monumento venne inizialmente collocato sulla parete esterna del palazzo del Capitanio che si affaccia su piazza Indipendenza, luogo deputato alla memoria patriottica, tra il busto di Benedetto Cairoli e quello di Cesare Battisti; fu spostato nel 1948 sotto il porticato che conduce al cortile del Tribunale per lasciare spazio al busto di Matteotti. Il busto bronzeo, sorretto da una mensola marmorea che lo mette in risalto, sporge dalla lapide in marmo bianco che funge da cornice. Sopra al busto si inserisce un bassorilievo con foglie d’alloro che ne corona idealmente il capo. Il busto ritrae il patriota con lo sguardo fiero rivolto all’orizzonte e le spalle in leggera torsione, creando un effetto di moto accentuato dal gesto della mano che cinge la bandiera italiana. Questa idea di movimento, unita al trattamento pulito ed essenziale della superficie marmorea, fanno pensare ad ascendenze simboliste che preannunciano il liberty.
L’autore è Tullio Montini (Verona, 1878-1964). Di tale artista sono noti alcuni monumenti funerari per illustri famiglie cittadine e altre sculture celebrative risorgimentali, quali il busto di Cesare Battisti in piazza Indipendenza. Partecipò anche al concorso per il monumento a Cavour, realizzato poi da Carlo Spazzi. Si ricordano poi delle sue sculture per il sacrario di Asiago in memoria della primo conflitto mondiale, il Cristo deposto per la Cappella ai caduti nella chiesa di San Luca a Verona e una Vittoria posta a ricordo dei caduti della guerra di Libia sulla facciata di uno dei palazzi del “liston” di piazza Bra.
Fonte: guida "Le statue di Verona", progetto e cura di Luca Leone, pubblicata ad agosto 2015 con il sostegno del Comune di Verona.
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Busto di Felice Cavallotti
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