Le mura comunali e scaligere
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Durata: 3 ore
Lunghezza: 6.6 chilometri
Accessibilità: parziale
Punti d'interesse dell'itinerario: Porta Fura | Ponte Risorgimento | Torre della Catena | Castelvecchio | Arco dei Gavi | Piazza Bra | Cittadella | Torre di Alberto | Veronetta | Castel San Felice | Castel San Pietro
A farvi da guida in questo percorso trovate Calzaro, che sovrintese alla costruzione della cinta muraria di Cangrande I della Scala.
Il punto di partenza della visita è a Porta Fura, sull’Adige nei pressi del Ponte Risorgimento, dove sono conservati meglio i resti delle fortificazioni scaligere di destra Adige (1320-24). In mezzo al fiume c’è la Torre della Catena, che era agganciata allo sperone delle mura per il controllo della navigazione. Sulla riva ci sono mura e porte di epoche diverse: porta Fura, la più antica, di età comunale, porta Catena scaligera e tra le due la caponiera ottocentesca e i muri con i quali gli austriaci, conservando le opere più antiche, trasformarono il tutto in un mezzo bastione. Si segue il corso dell’Adige sulla riva destra, verso il quartiere di San Zeno, attraversando via Pontida e proseguendo per tutta via del Bersagliere.
Passando sul muraglione che conserva il nome di regaste, che al tempo di Alberto I della Scala indicava il muro merlato posto a difesa dalle piene del fiume e da eventuali attacchi nemici, il Calzaro vi guida verso Castelvecchio. Il castello viene costruito trent’anni dopo la cinta di Cangrande I, nel 1354. Qui nel museo si può vedere la lapide che in origine era posta alla porta principale, che avrebbe conservato a lungo il nome di porta del Calzaro. Poco oltre, sotto la statua di Cangrande, Signore di Verona, vedete l’antica porta del Morbio, che prima della costruzione del castello usciva dalle mura comunali.
All’esterno di Castelvecchio, sotto la torre dell’orologio, alcune lastre di pietra poste tra blocchi di porfido del corso indicano il luogo in cui era posto l’Arco dei Gavi, che le mura comunali hanno inglobato trasformandolo in porta. L’arco viene abbattuto durante l’occupazione francese e ricostruito molto più tardi nella piazzetta attigua al castello, dove si trova ancora oggi. Per ritrovare le mura di età comunale, rafforzate poi dagli Scaligeri e dal Visconti, bisogna arrivare fino a Piazza Bra, ai grandi portoni che immettono su Corso Porta Nuova.
Lasciato alla vostra destra il Palazzo della Gran Guardia seguite queste mura fino all’Adige. Notate come la merlatura sia stata girata verso la città, perché Gian Galeazzo Visconti, Duca di Milano e Signore di Verona sul finire del 1300, si serve di questa muraglia per realizzare la cittadella, fortificazione interna alla città conquistata. Quasi in fondo, sopra l’arco di porta Rofiolana, trovate la torre di Alberto. Appena passato il ponte Aleardi, potete vedere affacciarsi sull’Adige lo sperone che Antonio della Scala, l’ultimo signore scaligero (1375-1387), aggiunse al vecchio muro di Alberto (1287-1301). Della medievale Porta Vittoria non c’è più traccia, ma il nome della porta Vittoria Nuova, austriaca, ricorda ancora la battaglia di Cangrande II contro il fratellastro Fregnano, che qui viene sconfitto e ucciso (1354).
Per ritrovare le mura di Cangrande I e del Calzaro, oltre le poche tracce lasciate dagli interventi veneziani e asburgici, è meglio passare all’interno del quartiere di Veronetta, seguendo il percorso del Fiumicello, attualmente scomparso, in zona Università: via Mazza, vicolo Colombine, via XX Settembre, vicolo Terrà, via San Nazaro, Scala XVI Ottobre. In cima allo scalone si gira a destra attraverso il nuovo giardino per arrivare alla torre scaligera numero 14 (nella numerazione austriaca delle opere fortificate) dove la cortina cinquecentesca veneta si congiungeva alle medievali mura scaligere. Il Calzaro qui vi illustra le fasi della costruzione di questa imponente, per l’epoca, opera difensiva: lo scavo del vallo, l’erezione del muro merlato e delle torri. Uscendo dalla breccia stradale poco prima della Batteria di Scarpa, ottocentesca, percorrete un breve tratto del vallo, ammirando l’imponenza dell’alto muro che sale sulla collina, rientrando dalla piccola breccia pedonale e continuando poi il percorso all’interno delle mura. Dopo le rondelle cinquecentesche che Venezia aggiunse alle mura e alle torri scaligere si giunge infine sul vertice collinare a Castel San Felice, iniziato dal Visconti nel 1390 e completato dalla Repubblica Veneta con i due puntoni voluti dai Capitani Francesco Maria e Guidobaldo della Rovere.
Per la discesa si può continuare lungo il perimetro delle mura, caratterizzate dalle fortificazioni veneziane della Bacola e delle Boccare che vi porterà alla breccia di Castel San Pietro per poi giungere al quartiere di Valdonega, o sull’antico percorso che dalla rondella della Grotta, dove un tempo si apriva un’altra porta scaligera, conduce alla Fontana del Ferro e al quartiere di San Giovanni in Valle.
Itinerario a cura dell'Ufficio Cultura e Turismo - Comune di Verona.
Per informazioni
Verona Tourist Office - IAT Verona
Ufficio Informazioni ed Accoglienza Turistica
Via Leoncino, 61 - (Palazzo Barbieri, angolo Piazza Bra)
37121 Verona