Tocatì: a Verona il grande Festival Internazionale dei Giochi in Strada
- REDAZIONALE
Tornate un po’ bambini con il Tocatì. Il festival dei giochi di una volta, il cui palcoscenico, come un tempo, sono le strade e le piazze di Verona. I giochi di quando non c’erano né le play station, né i cellulari. Vi ricordate campana, che si disegnava a terra con i gessetti? La palla avvelenata, le biglie, saltare la corda e molti altri ancora...
A settembre tutti a Verona per il Tocatì
Il Tocatì nasce per giocare, assistere a spettacoli di musica folkloristica di Paesi lontani, degustarne i prodotti nelle piazze e riscoprire gli antichi giochi della tradizione veronese.
Sapete da dove deriva il nome di questo festival? "Toca-a-Tì", ovvero "tocca a te": è un’espressione veneta che si usa per dire: “è il tuo turno”. Ora è anche il vostro di turno! Rimettetevi in gioco, letteralmente, e tornate a essere un po’ bambini. Senza contare che al Tocatì c’è tanto da imparare, perché ospita ogni anno una nuova Regione o un nuovo Paese, con i suoi giochi tradizionali, i balli e i piatti tipici.
Curiosi di sapere come è nato il più grande Festival Internazionale dei Giochi in strada?
L’idea viene dall’Associazione Giochi Antichi. Inizialmente costituita da poche persone di un quartiere storico di Verona, Carega, che si ritrovavano per giocare a un gioco ormai in via d’estinzione, e via a via ingranditasi fino ad arrivare al Festival del 2003. A quel punto i partecipanti erano già qualche migliaia e i giochi tradizionali erano molti di più!
Perché mi piace tanto questo Festival dei Giochi?
Mi piace quando la mia Verona si riempie di persone, musica e sapori da ogni parte del mondo. L’importanza del Tocatì, infatti, non è solamente quella di mantenere attivo il ricordo di giochi oggi in disuso, ma soprattutto creare un momento di scambio culturale, coinvolgere tutti gli abitanti, raccontare la storia dei quartieri e conoscere le Regioni e i Paesi ospiti. Il gioco è divertimento, soprattutto, ma è anche disciplina. Il gioco funziona perché ci sono delle regole, dei tempi e perché le persone li rispettano. Questi sono i giochi che piacciono a me, quelli che creano condivisione e insegnano il rispetto per gli altri, molti dei quali sono riconosciuti come patrimonio dei Beni Immateriali dall'UNESCO.
Questo patrimonio culturale immateriale, trasmesso di generazione in generazione, è costantemente ricreato dalle comunità e dai gruppi in risposta al loro ambiente, alla loro interazione con la natura e alla loro storia e dà loro un senso d‘identità e di continuità, promuovendo in tal modo il rispetto per la diversità culturale e la creatività umana
(art. 2, della Convenzione Unesco del 2003 per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale)