Achille Forti, il grande benefattore di Verona
- REDAZIONALE
Se dovessimo consegnare un premio al cittadino più generoso nella storia di Verona, esso andrebbe senza ombra di dubbio allo studioso Achille Forti. Il botanico e mecenate veronese, nato nel 1878 da una famiglia ebrea, che alla sua morte nel 1937, ha lasciato tutti i suoi beni al Comune di Verona, lascito che ha arricchito in modo decisamente significativo il patrimonio pubblico della città.
Uno splendido palazzo per Verona
Su tutti, il celebre Palazzo Emilei Forti, momentaneamente chiuso al pubblico, dove negli ultimi anni si sono susseguite importanti mostre d’arte di livello internazionale, e dove era ospitata AMO - Arena Museo Opera, l’esposizione permanente dedicata alla storia dell’opera lirica nella città di Verona.
Una vita per la scienza e le arti
Achille Forti, terminati gli studi classici a Verona, si è laureato in Scienze Naturali all’Università di Padova e ha poi dedicato la sua vita allo studio e alla ricerca. Ha intrapreso molti viaggi, sempre per scopi scientifici, visitando i Balcani, il Marocco, l’Algeria, la Spagna, la Turchia e il Nord Europa. Oggetto principale dei suoi studi di botanica sono state le alghe, in particolare le Diatomee, tanto da diventare uno dei massimi esperti europei in algologia. Il nostro Achille è stato membro delle più prestigiose accademie nazionali ed estere come l'Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arti, l'Accademia delle Scienze di Torino, la Società Geografica e Botanica Italiana e di Berlino e ha ottenuto, nel corso della sua non lunghissima vita, molti premi e riconoscimenti in ambito scientifico. Egli non si è mai sposato e ha trascorso i suoi cinquantanove anni di vita dedicandosi agli studi scientifici nel suo palazzo, trasformato in laboratorio, alla beneficenza, alla pubblicazione di saggi e al collezionismo di opere d’arte. Del 1920 è uno dei suoi volumi di maggior successo, Studi su la flora della pittura classica veronese, in cui ha saputo coniugare arte e scienza, analizzando novantuno opere di venticinque artisti diversi, presentate sia dal punto di vista botanico, sia artistico. Come da sua volontà testamentaria, nel 1938, un anno dopo la sua morte, Palazzo Emilei Forti ha aperto al pubblico come nuova Galleria d’Arte Moderna della città. Il denaro da lui lasciato è stato impiegato anche per il restauro di Palazzo della Ragione, divenuto poi nuova e attuale sede della Galleria, a lui dedicata.
Questo grande personaggio della storia veronese, che tanto ha fatto per la sua città, è sepolto nella tomba di famiglia al Cimitero Ebraico di Verona. Il monumento funebre, che reca i medaglioni con le effigi sue e della madre, è opera dello scultore Carlo Spazzi.