Napoleone a Verona
- REDAZIONALE
L’arrivo dei Francesi a Verona è stato un duro colpo per la città, che all’epoca era parte della Repubblica di Venezia la quale, nonostante si fosse dichiarata neutrale nel contesto dello scontro con l’Austria, era stata invasa dall’esercito francese nel 1796.
Quando la storia bussa alla porta
Siamo alla fine del Settecento e la Rivoluzione Francese è un fuoco che ha appena iniziato ad ardere. Dal 1789, anno della presa della Bastiglia, nel contesto d’Oltralpe ha iniziato a farsi spazio, guadagnando sempre più potere, la figura di Napoleone Bonaparte che, a capo dell’esercito francese, varca il confine di Nizza avanzando in Liguria, Piemonte, Lombardia.
La nostra bella Verona si trovava, come tutto il territorio della Serenissima, in una situazione di lento e quasi impercettibile declino. La scena artistica e intellettuale era vivace, le opere di Goldoni in Arena infiammavano il pubblico, aprivano i primi caffè, dove nuove bevande da oltreoceano, come il caffè e il cioccolato, conquistavano i palati veneti.
La campana di vetro sotto la quale la dolce e quieta vita veneta procedeva senza particolari scossoni stava, però, per essere infranta.
L’atmosfera sociale e politica europea ribolliva e, nonostante Venezia avesse scelto di mantenersi neutrale nell’attrito tra le varie potenze in scena, il 1 giugno del 1796 l’esercito francese ha fatto irruzione in città.
Dodicimila soldati hanno sbaragliato porta San Zeno dando inizio a un’occupazione aggressiva e mortificante per la popolazione veronese. Castelvecchio e Castel San Pietro sono diventati presidi militari francesi, le chiese di San Bernardino e Sant’Eufemia sconsacrate e trasformate in ospedali militari, le proprietà saccheggiate e i cittadini derubati.
I palazzi sono stati occupati, la città divisa in due: Veronetta era la parte austriaca e l’altra sponda dell’Adige quella francese.
Napoleone aveva preso residenza a Palazzo Forti, in via Emilei, al cui interno ancora si trova uno specchio da lui rotto con un pugno in preda all’esasperazione, nella difficile e vacillante situazione di scontro con gli Austriaci.
La fine di un’era gloriosa
La coraggiosa resistenza del popolo veronese, ancora oggi ricordata e celebrata con il nome di Pasque Veronesi, non è stata sufficiente a sconfiggere il nemico, al quale la città si è dovuta arrendere.
La rivolta delle Pasque Veronesi è stato l’unico episodio di resistenza e ribellione contro l’oppressione napoleonica nelle terre venete, unica occupazione che nella storia veronese non ha lasciato in eredità nulla di positivo, ma solo danni e distruzione.
Nonostante la dichiarazione di neutralità veneziana, l’arrivo dei Francesi ha decretato la fine della Repubblica Serenissima, ad oggi uno degli esempi politici e amministrativi di maggior successo nella storia.
Sui passi di Napoleone
Ad Arcole, cittadina dell’est veronese scelta da Napoleone per lo scontro con le truppe austriache, troviamo l’obelisco napoleonico risalente al 1810 e il museo del grande condottiero, mentre a Zerpa, località scelta dal corso come campo di battaglia, possiamo ancora guardare l’ora sul campanile che aveva usato per osservare le fasi della battaglia.
A ovest di Verona, invece, dobbiamo recarci a Rivoli Veronese per seguire le tracce del passaggio napoleonico. Dove tra il 14 e il 15 gennaio 1797 si è combattuta la battaglia di Rivoli si può oggi visitare il Museo Napoleonico di Rivoli.
Come la storia di ogni città, anche quella della mia Verona ha i suoi capitoli tristi, ma è proprio conoscendoli che possiamo imparare qualcosa di più sul nostro passato per vivere al meglio il presente e pensare a un futuro migliore.