La Divina e Verona, un legame indissolubile
- REDAZIONALE
L'inizio della fiaba
C’era una volta un tempo in cui si vedeva Maria Callas camminare sul Listòn, l’elegante passeggiata in Piazza Bra.
Si era tra la fine degli anni Quaranta e l’inizio degli anni Cinquanta, la guerra era finita da pochi anni e si respirava un’aria di rinascita e speranza, un’aria che a Verona era resa ancor più frizzante dallo splendore delle stelle della lirica internazionale, che passeggiavano per le vie del centro. A Renata Tebaldi, Mario Del Monaco, Franco Corelli e Nicola Rossi Lemeni si sarebbe aggiunta ben presto quella ragazza dai capelli neri, destinata a diventare un mito mondiale. Nella bella Verona, città d’arte, amore e bellezza, stava arrivando via nave dalla lontana New York Maria Callas.
Scoperta dall’allora direttore artistico dell’Arena di Verona mentre era negli States a caccia di nuovi talenti per il festival operistico, si lascia convincere a venire in Italia e nell’agosto del 1947 fa il suo debutto all’Arena con la Gioconda di Ponchielli. All’epoca non è né ricca, né famosa, ma Giovanni Zenatello, l'allora direttore artistico, vede del potenziale in lei.
Amore e successo nella bella Verona
Un’altra persona ad aver creduto nella Callas è il suo primo marito Giovanni Battista Meneghini, un benestante imprenditore veronese che la supporta più di ogni altro agli inizi della sua carriera.
Grazie alle sue doti e al sostegno del marito e manager, la Divina in pochi anni raggiunge l’apice del successo. Viene chiamata a cantare nelle principali città italiane e non solo, fino ad arrivare a La Fenice di Venezia e alla Scala di Milano. La storia tra i due dura dieci anni, un tempo sufficiente perché i veronesi la conoscano e si innamorino della sua voce.
Indimenticabili le sue interpretazioni nell’anfiteatro Arena, dove ha interpretato la Gioconda di Ponchielli, la Turandot di Puccini e molte altre protagoniste delle più celebri opere della lirica.
Nel periodo delle grandi opere in Arena la Callas ha vissuto e amato sinceramente la nostra città, e anche la sua tradizione culinaria, i cui segreti aveva appreso dalla cognata. Pensate che adorava cucinare per il marito e gli amici il lesso con la pearà, il risotto col tastasal e la pastisada de caval, i nostri cavalli di battaglia gastronomici. Insomma, nel petto della Divina della lirica batteva davvero un cuore scaligero!
Sulla scia di Maria Callas
Ho chiesto un po’ qua e là per capire quali siano stati i luoghi della Divina, dove ha vissuto e dove andava in vacanza.
Il primo posto che mi è stato indicato per mettermi sulle sue tracce è la chiesa dei Padri Filippini a Verona. Qui è dove si è sposata con Meneghini, in una sagrestia e con soli due testimoni, poiché lei era ortodossa e all’epoca i matrimoni misti erano una questione un po’ più complicata rispetto ai nostri giorni.
Il secondo posto che ci riporta sui passi della Callas, dove potete vedere anche una targa commemorativa in suo onore, è la casa in via Leoncino 14 a Verona, dove faceva tappa tra una tournée e l’altra. I posti da lei più amati, però, in cui ha trascorso il suo tempo più felice, sono senza dubbio la villa di famiglia del marito a Zevio e la loro casa sul lago a Sirmione.
A Zevio alcuni ancora ricordano di quando Maria Callas faceva le prove in giardino e tutti si avvicinavano per ascoltare. E’ davvero incredibile pensare che, immersa nella quiete della campagna veronese, ci fosse il più grande soprano della storia che deliziava i paesani curiosi con la sua splendida voce!
“Tutti mi dicono grazie, dopo. Non brava, ma grazie. Quello che so fare è cantare, e penso forse che questo porti un po' di bellezza nelle vite, faccia stare meglio le persone.” Maria CallasAnche a Sirmione la ricordano come una persona semplice e cordiale. Lì trascorreva le vacanze estive con il marito, lontani dal caos e dalla mondanità.
Ancora oggi è visibile la villa dove la Divina ha trascorso i suoi momenti più sereni e felici, e dove amava riposarsi dalle tournée internazionali cucinando “la torta mia”, una sua personale ricetta della Torta Paradiso, i cui appunti sono stati ritrovati proprio nella villa sul Garda.
“Quella voce ci affascinò come un sortilegio, un prodigio che non si poteva definire in alcun modo, la si poteva soltanto ascoltare come prigionieri di un incantesimo, di un turbamento mai esplorato prima. Ma non si può rendere appieno la tempesta di emozioni che suscitava in chi l'ascoltava per la prima volta. Perché Maria è un regalo di Dio che non si può definire nel tempo: Maria c'è sempre stata e ci sarà per sempre.” Franco Zeffirelli