La magia di Giardino Giusti
- REDAZIONALE
Benvenuti in paradiso!
Verona è una città tranquilla e rilassante, ma in alcuni momenti di grande afflusso turistico, soprattutto d’estate, può diventare un tantino stressante destreggiarsi nel via vai di persone del centro.
Per fortuna oltre il fiume Adige, nel cuore di Veronetta, nascosto come un tesoro prezioso, sorge un luogo dove regna la pace dei sensi, uno dei più magnifici esempi di giardino all’italiana: il Giardino Giusti.
La famiglia Giusti. Dal 1400 ai giorni nostri
Una tappa imperdibile è quella al complesso di Palazzo e Giardino Giusti, che ha origine nel lontano 1400 quando Provolo Giusti, la cui famiglia si era trasferita dalla Toscana a Verona alla fine del secolo precedente per dedicarsi all’attività di tintura della lana, decide di acquistare un’area vicina all’antica via Postumia, principale collegamento est-ovest del Nord Est della penisola. Questa zona, dove ora potete ammirare il giardino, è stata utilizzata dalla famiglia Giusti per due secoli per far bollire i calderoni in cui la lana veniva trattata e per stendere i panni.
L’edificio, invece, nato dall’accorpamento di vari piccoli fabbricati usati per l’attività laniera, subisce la trasformazione in palazzo di rappresentanza nel corso del Cinquecento per opera di Agostino Giusti. Cavaliere della Repubblica Veneta e Gentiluomo del Granduca di Toscana, uomo di cultura, amante della musica e delle arti, Agostino si dedica contemporaneamente alla progettazione dell’area verde, in piena linea con la moda del tempo che prendeva come riferimento i giardini medicei.
Vedrete come una passeggiata a Giardino Giusti, lo scrigno verde di Veronetta, vi lascerà una sensazione di leggerezza e tranquillità. Tra statue rinascimentali, pergolati, splendide aiuole e uno dei labirinti più antichi d’Europa, lasciate che la vostra mente si rigeneri in questo paradiso di bellezza. Dal cortile d’onore oltre il grande cancello vi accoglie un lungo viale di cipressi, al cui termine troneggia dall’alto il mascherone scolpito nella rupe. Pensate che dalla bocca di questo suggestivo belvedere, attribuito a Bartolomeo Ridolfi, uscivano un tempo lingue di fuoco e fumo. Uno spettacolo davvero impressionante per i visitatori! Dai punti più alti del giardino godiamo oggi di uno dei più bei panorami sulla città.
Gli illustri visitatori nel corso dei secoli
Ogni angolo del giardino è pensato per stupire, dal labirinto (ridisegnato da Luigi Trezza nel 1786) alla grotta del livello superiore, un tempo rivestita di specchi e affreschi e decorata con conchiglie, coralli, madreperle e spugne. Nei pressi del cortile d'ingresso si ergeva maestoso, fino a poco tempo fa, il cipresso di Goethe, vecchio di oltre seicento anni, ammirato dallo scrittore nel 1786 e citato nel suo “Viaggio in Italia” del 1817. Lo storico albero, purtroppo, è rimasto abbattuto nel corso del terribile nubifragio di fine agosto 2020, che ha inflitto pesanti danni all'intera città di Verona.
Lo ricordiamo nelle parole del grande scrittore tedesco.
"Stamane poi per tempo, mi ha stupito che mentre tutti venivano dal mercato portando in mano un ricordo di quello, o fiori, o legumi, od aglio, tutti volgessero lo sguardo ad un ramoscello di cipresso, che portavo in mano, dal quale pendevano i frutti a foggia di quelli del pino. Inoltre, avevo alcune pianticelle di capperi in fiore. Tutti mi guardavano, uomini donne, ragazzi, e parevano trovare la cosa strana. Avevo tolto quei rami nel giardino Giusti, il quale giace in un'amena posizione, e dove sorgono cipressi giganteschi, a grande altezza, a forma di piramide. È probabile che nei tassi tagliati artificialmente in punta dei giardini del settentrione, si sia voluto imitare quest'albero stupendo, i cui rami tutti, giovani e vecchi, dalla base al vertice si drizzarno tutti verso il cielo. Desso vive non meno di tre secoli e si può pertanto dire meritevole di venerazione; giudicandoli dal tempo in cui fu piantato il giardino Giusti, questi avrebbero di già raggiunta quell'età rispettabile."
È con il diffondersi in Europa del Grand Tour, nel XVIII secolo, che il Giardino Giusti è diventato una tappa obbligata di tutti i grandi viaggiatori di passaggio per Verona, intellettuali e nobili soprattutto: oltre a Goethe, Cosimo III, Charles de Brosses, Mozart, Addison, Evelvyn, Ruskin, l’Imperatore Giuseppe II, il Re Carlo Felice di Sardegna e lo Zar Alessandro di Russia hanno avuto il piacere di lasciarsi sbalordire dalle bellezze artistiche e naturalistiche di questo angolo verde veronese.
Il Giardino, tuttora in restauro, è mantenuto all’antica, con la semplicità dei giardini del tempo passato che privilegiavano l’architettura, la mitologia e i legami con il mondo classico, con pochi fiori, pochi cespugli e alberi esotici. Noterete ancora la presenza di tutti gli elementi di moda nei giardini del Cinquecento: vasi con agrumi, statue mitologiche, fontane, cedraia, grotte, mascheroni, reperti romani e padiglioni per sostare e ammirare il panorama.
Un antico palazzo e un giardino da vivere
Non perdetevi, inoltre, la visita dell’Appartamento 900: un’occasione unica per visitare un palazzo di estrema raffinatezza e per sognare la vita quotidiana della famiglia Giusti nelle epoche passate. Le sale vi lasceranno senza fiato, complice anche la sapiente scenografia arborea delle piante, che enfatizza la bellezza degli arredi e delle architetture. Poeti, artisti, nobili e intellettuali si sono innamorati delle meraviglie di questo giardino, e ancora oggi i visitatori continuano a subire il fascino di questo pezzetto di paradiso in terra. Il complesso, tuttora di proprietà della famiglia Giusti, è visitabile tutti i giorni e ospita periodicamente eventi pubblici e privati.
Già che ci siete, non perdetevi l'occasione di una bella passeggiata alla scoperta di Veronetta e delle sue bellezze, tra le quali spicca questo splendido giardino all'italiana.