Pianura dei Dogi: tra splendide ville e antiche tradizioni contadine
- REDAZIONALE
La pianura veronese, chiamata anche bassa veronese, è la zona a sud della città scaligera. Un’area poco conosciuta dai visitatori, ma con tradizioni folcloristiche e culinarie da far invidia al resto del territorio veronese.
Se decidete di intraprendere questo viaggio alla scoperta della pianura e i suoi sapori, vedrete molto spesso delle grandi case antiche e ville lussuose. Dei tesori sconosciuti, ma che tra quelle quattro mura conservano secoli di storia e tradizioni. Sono lì, in mezzo al nulla e lontane dai centri abitati. Per lo più si tratta di antiche case a corte, un complesso di edifici e terreni che all’epoca erano autosufficienti, quasi come dei piccoli paesini. Alcune hanno ancora la caratteristica torre colombaia, le mura che servivano per la difesa e la barchessa, l’edificio rurale di servizio con ambienti di lavoro e residenza dei contadini. Ad altre è rimasta solo la villa, antica dimora dei signori, con i bellissimi parchi che le circondano. Infatti tra il Seicento e il Settecento i facoltosi proprietari terrieri trasformarono molte case a corte in lussuose case di villeggiatura estiva. Cambiando gli arredi secondo la moda del momento, facendo diventare i cortili dei giardini all’italiana e poi all’inglese e ristrutturando e abbellendo le barchesse. Molte di queste ora ospitano lussuosi relais e bed&breakfast, mentre altre sono location perfette per matrimoni e meeting di importanti imprese. Si potrebbe quasi rigirare il proverbio “dalle stalle alle stelle”, letteralmente!
Il Vialone Nano della pianura veronese
Qual era secondo voi l’attività principale dei contadini della bassa? Vi basterà addentrarvi anche solo di qualche chilometro nella pianura veronese per capirlo. Campi inondati coltivati a Vialone. Già, il riso è da sempre la star di questa zona! Un elemento che non poteva mai mancare neanche sulle tavole dei contadini. Con le verdure o mescolato ad altri cereali, con carne o pesce per i più abbienti, più brodoso o più asciutto. Come si dice qua:
Riso, sedano, pomodori, gran risoto de siori.
Simbolo anche di incontri conviviali alla fine dei raccolti, quando padroni, contadini e mondine si riunivano nelle corti agricole per pranzare tutti insieme. Inutile dirvi quale fosse il piatto principale!
La Fiera del riso e Festa del risotto italiano
Prendendo spunto da queste tradizioni degli antenati, ad Isola della Scala nel 1967 inizia una nuova usanza: la Fiera del riso. Gare tra ristoranti, trattorie, ma anche privati cittadini per aggiudicarsi il premio al miglior risotto. Il riso qui è ovunque, a volte anche nei dolci. Ovviamente il re dei risotti è lui: il Vialone Nano; una varietà tipica della bassa veronese, perfetto per risotti cremosi e che assorbono tutti i sapori del sugo che li accompagna. Così perfetto da aver ricevuto il riconoscimento europeo IGP. Non so quanti risotti fumanti escano dalla cucine di Isola della Scala tra settembre e ottobre. Riuscirete a provarli tutti? Ci sono quelli con le verdure, con le erbette, con tutti i formaggi di malga dei territori circostanti, con l’Amarone, con la carne e con il pesce. Ce n’è per tutti gusti. Il mio preferito? Il risotto al Tastasal, una salsiccia morbida e saporita. Oppure la sua alternativa “contadina”, ancor più tipica nella pianura: il risotto col pessin (ovvero il pesciolino). D’altronde in una terra ricca di corsi d’acqua, due cose non mancavano mai: il riso e i pesci d’acqua dolce. Proprio quando si prosciugavano le risaie per mietere il riso, si potevano pescare i pesciolini. Così tanti da riuscire a pescarli con le mani.
Piatti tradizionali nella bassa veronese
Pancia mia fatti capanna! Arriva la carrellata di piatti tipici locali. Ve ne posso raccontare solo alcuni perché sono davvero troppi per descriverli tutti. Iniziamo dalle basi: la polenta. Calda e cremosa o brustolà, soda e grigliata. Qui era immancabile come lo è ora il pane per tutti gli italiani. D’altro canto la funzione era la stessa, riempire la pancia, ma a basso costo. Abbinata a salumi, funghi freschi o pesci salati ed essiccati: come lo scopeton (sardina), la renga (aringa) o il baccalà. Se questo era l’antipasto, aspettate di vedere i primi… gli gnocchi di patata la fanno da padrona. Conditi con abbondante burro fuso, ragù, pomodoro o i più tipici qui, quelli con burro, zucchero e cannella. Un abbinamento azzardato? Da provare! Il secondo non è da meno. Tra trippe, lessi e pearà o tajadelle in brodo con fegatini di pollo. Squisiti!
Piatti a base di erbette, un must del veronese
Le erbette sono quel piatto ottimo per chi come me ama la buona cucina, ma stando attenta alla linea. In questa zona del veronese sono davvero ovunque, avvicinatevi agli argini dell’Adige per credere. C’è chi le raccoglie a scopo terapeutico e chi per mangiarsele. Deliziose con un filo d’olio e magari un po’ di pancetta se volete togliervi uno sfizio. Tanto poi ci pensa l’acqua di cottura a depurare l’organismo. La più utilizzata in cucina è sicuramente il tarassaco, che forse le vostre nonne chiamavano dente di leone. Ne avete mai sentito parlare? Ci sono anche tante altre erbette meno conosciute a finire nei risotti veronesi: l’ortica, le punte degli asparagi selvatici e le foglie del silene, quella pianta dai fiori grigini che da piccoli vi facevate scoppiare sulle mani. Se sono buone e fanno bene, che erbette siano!