Sua maestà Papà del Gnoco
- REDAZIONALE
In un certo qual modo simile alla figura di Babbo Natale: un anziano canuto e pacioccone, con una folta barba e le gote ben rosse. È questa la fotografia del Papà del Gnoco che ci fa tanto sorridere durante il Carnevale veronese.
Come riconoscere il Papà del Gnoco tra la folla carnevalesca?
Con il suo vestito di broccato nocciola, il mantello rosso e la tuba anch'essa rossa ed ornata con sonagli e bordi dorati, sfila per le vie di Verona a cavallo di una mula. Per scettro ha un’enorme forchetta con un altrettanto gigantesco gnocco infilzato! Ed è anche molto generoso, infatti non manca mai di dispensare caramelle ai più piccoli.
Sapete da dove proviene il suo nome? Dal latino papare, ovvero mangiare. Il Carnevale veronese si distingue infatti per le mangiate di gnocchi che si fanno in quei giorni! In particolare l’ultimo venerdì di Carnevale, durante il tradizionale Bacanal del Gnoco, anche chiamato festa dell’Abbondanza, nella piazza del quartiere di San Zeno vengono distribuiti gli gnocchi al pomodoro con stracotto o pastissada de caval.
A Verona la festa del Carnevale è davvero molto sentita e numerosissimi sono i Comitati Carnevaleschi e le maschere della tradizione.
Come viene scelto il Papà del Gnoco
Per chi si sta già chiedendo chi sia il Papà del Gnoco, vi dirò che è sicuramente un veronese doc, un tempo doveva essere rigorosamente di San Zeno, mentre ora siamo un po’ meno fiscali. Ogni anno il Papà del Gnoco viene eletto tra alcuni veronesi che si sono liberamente candidati e, ad elezione avvenuta, il vincitore riceverà un bel piattone di gnocchi. L’incoronazione ufficiale avviene nel palazzo della Gran Guardia, anche sede di numerose ed interessantissime mostre d’arte.
La tradizione degli gnocchi a Carnevale
DIverse sono le leggende al riguardo, ma quella più tradizionale si rifà agli inizi del Cinquecento, quando a causa di un’inondazione dell’Adige e le razzie dei Lanzichenecchi, Verona si trova a soffrire una terribile carestia. Finché nel 1531 la popolazione si ribella e prende d’assalto i forni di San Zeno per far provviste di grano e pane. È in questo momento di profonda crisi che alcuni privati cittadini, tra cui spicca Tommaso da Vico, si adoperano per aiutare le persone più in difficoltà, di tasca loro. Proprio a Tommaso da Vico viene riconosciuto il fatto di aver aiutato tantissimi concittadini con generi di prima necessità e soprattutto con gli gnocchi (che all’epoca non erano di patate, bensì di acqua e farina). Da quel momento in poi, sulla Pietra del gnoco in piazza davanti al sagrato della Basilica di San Zeno, l’ultimo venerdì di Carnevale vengono serviti gnocchi fumanti per tutti. Cercate bene la tavola di pietra, sarà un po’ come rivivere la leggenda del Carnevale.