Il capolavoro custodito a San Zeno
- REDAZIONALE
Tra i più grandi artisti del Rinascimento, Andrea Mantegna ha toccato con la sua opera anche la città di Verona, influenzandone notevolmente la scena artistica e lasciandole uno dei suoi capolavori, che ancora oggi possiamo ammirare all’interno della Basilica di San Zeno, una delle chiese più belle della città.
La pala di San Zeno
Sto parlando della Pala Correr, meglio conosciuta come Pala di San Zeno, che nella storia dell’arte ha un ruolo di primaria importanza, in quanto è la prima pala pienamente rinascimentale dell’Italia settentrionale, che è stata poi d’ispirazione per molti pittori locali, uno su tutti Girolamo dai Libri.
Mantegna era nato nel 1431 in un piccolo borgo vicino Padova, oggi chiamato Isola Mantegna, ed era allievo dello Squarcione.
La Pala di San Zeno gli è stata commissionata nel 1456 dall’abate Gregorio Correr e realizzata tra il 1457 e il 1459. Rappresenta una sacra conversazione con la Madonna col Bambino al centro, circondata da angeli e cantori, e quattro santi su ciascuno dei due lati.
Benvenuti nel RInascimento
Questa pala segna la fine del periodo padovano del Mantegna, è un punto di svolta tra la sua fase giovanile e il suo percorso verso una piena maturità stilistica: qui le architetture iniziano ad assumere quel tratto illusionistico che sarà poi una caratteristica delle sue opere e dello stile rinascimentale, con un’intensificazione della monumentalità delle figure e della profondità dei loro sguardi, che vanno a coinvolgere sempre più lo spettatore. Questa splendida opera è una specie di porta d’ingresso nel mondo artistico rinascimentale, che vedrà poi nascere proprio a Verona una feconda scuola di pittori.
C’è tempo per una gita a Mantova?
E’ stato davvero un incontro fortunato per il nostro artista padovano quello con Correr, uomo di grande cultura ed esponente di una delle più illustri famiglie del patriziato veneziano. Alla commissione veronese ha fatto poi seguito, su suggerimento dell’abate, quella mantovana alla corte dei Gonzaga, che ha sancito definitivamente la gloria del Mantegna. Correr era stato infatti compagno di scuola di Ludovico III Gonzaga. Se avete tempo, concedetevi una gita a Mantova e ammirate l’opera del Mantegna alla corte dei Gonzaga.
Una pala in tour
La pala di San Zeno è stata posta sull’altare maggiore della Basilica nel 1459, andando a segnare l’inizio del Rinascimento artistico nell’Italia del Nord.
Condividendo una sorte simile a quella di molti altri capolavori, secoli più tardi, all’arrivo di Napoleone in Veneto, l’opera è stata trafugata e portata in Francia, andando a far parte del primo nucleo di quello che oggi è il Museo del Louvre. Dopo il Congresso di Vienna del 1815 la pala è tornata a Verona, ma non per intero: la predella, purtroppo, è rimasta a Parigi e tuttora quella che vediamo a San Zeno è una copia.
In un periodo in cui la città di Verona era ancora fortemente legata, da un punto di vista artistico, allo stile tardogotico, Andrea Mantegna ha svolto un ruolo di apripista verso un nuovo linguaggio formale, seminando i primi spunti per quella che sarebbe poi stata la grande stagione rinascimentale.
Se desiderate ammirare altre opere del grande artista veneto e osservare le influenze che ha lasciato nella pittura veronese, non potete non concedervi una visita al Museo di Castelvecchio.