Villa Pompei Carlotti
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I Pompei di Illasi erano una famiglia di origine patrizia la cui presenza nel territorio veronese può essere fatta risalire già all'anno 900.
Da quel momento e per molti secoli, i Pompei furono proprietari di gran parte del paese, con possedimenti ad Illasi, Santa Giustina e Arano.
Villa Pompei Carlotti si trova su un lato della piazza principale del paese. Venne acquistato nel 1652 da Giovanni Paolo Pompei un piccolo edificio dai nobili Vettura. Tra il 1683 e il 1687 lo fece ampliare dall’ architetto Vincenzo Pallesina e nel 1700 Alessandro Pompei fece costruire la cappella dedicata alla Coelorum Regina. Oggi al suo interno si trovano le tombe degli ultimi Pompei e di Giulio Carlotti (a cui la proprietà è passata dopo la morte dell’ ultimo Pompei).
Il complesso, dalla forma a “U” e con il fronte anteriore rivolto a sud, è composto dal corpo centrale con due piani più uno seminterrato, due corpi perpendicolari e due torrette a base quadrata. Al centro si trova un ampio pronao a quattro colonne doriche sormontato da un timpano triangolare che si collega ai lati con le due barchesse preesistenti. La struttura della villa ricorda l'imponenza di un antico tempio greco, ed è arricchita da balaustre con sculture di Andrea Schiavi. L'impostazione di questo corpo centrale è palladiana, ma si differenzia dagli altri modelli di questo architetto per lo stile più severo e sobrio che preannuncia, in piena epoca rococò, il neoclassicismo.
Le due torrette laterali probabilmente in origine erano colombaie (ospitavano piccioni viaggiatori utilizzati come messaggeri).
A completare il complesso si trovano il piccolo oratorio, adiacente alla torretta est, una lunga barchessa (un tempo adibita come scuderia) e il vasto giardino all’ italiana che circonda la villa.
La planimetria del primo e del secondo piano del corpo centrale riprende la tipologia distributiva della villa veneta con il salone centrale passante e le quattro stanze poste lateralmente. Internamente le sale del piano nobile sono tutte affrescate.
Gli affreschi furono affidati ad Antonio Balestra, famoso pittore veronese maestro di Alessandro Pompei, tuttavia vennero coinvolti anche molti altri artisti. Al salone centrale si accede direttamente dalla facciata ed è completamente decorato con un apparato architettonico diviso in due zone da una cornice marcapiano. La parte inferiore è ornata da coppie di colonne scanalate e dodici dipinti di statue di divinità. Nelle pareti a est e ovest sono rappresentate due scene della mitologia greca: Ratto di Elena e Uccisione di Achille.
Sopra le porte in cornici ovali, vi sono raffigurati: Borea che rapisce Orizia, Ratto di Deianira, Ratto di Europa e Aurora rapisce Cefalo.
Sopra le finestre in cornici sagomate vi sono: Arianna abbandonata, Danae e la pioggia d’ oro, Leda e il cigno.
Nella zona superiore si trovano dodici putti.
Sul soffitto vi è rappresentato il Trionfo di Amore, secondo l’ iconologia petrarchesca, in un’ elaborata cornice architettonica.
Gli affreschi del salotto a sud-est e a nord-ovest sono attribuiti a Matteo Brida, uno degli allievi più originali e brillanti di Antonio Balestra. Il salone a sud-est fa parte del ciclo degli affreschi con Storie della vita di Alessandro Magno, tratte dalle Vite parallele di Plutarco. Il salotto a nord-ovest, invece, ricorda le vicende della Gerusalemme liberata, il poema di Torquato Tasso. Gli affreschi fanno emergere l'approccio fumettistico di Brida che interpreta la letteratura attraverso una pittura caricaturale, quasi grottesca.
In epoca successiva intervennero altri due famosi pittori veronesi, Tommaso Porta e suo figlio Andrea, i quali dipinsero scene di paesaggi immaginari, comprendenti anche elementi locali, come ad esempio il castello d’ Illasi. I loro affreschi dimostrano un'apertura verso il paesaggio, un bucolico accostamento alla natura tipico di una certa corrente culturale dell'epoca.
L’ autore principale degli affreschi del salotto a nord e a sud (biblioteca) sono dedicati alla mitologia greca, ritraendo le vicende di Venere, Apollo, Aurora, Eros, Crono e altre divinità.
Evidente è la vicinanza dell’ autore ai modelli di Antonio Balestra nell’ uso della tecnica pittorica, attraverso stesure più chiare per ottenere l’ effetto del chiaroscuro e nella ricostruzione delle pose e dei volti.
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Villa Pompei Carlotti
Piazza Libertà, 17 ( Directions )